By Jajo
Inviato in Artigianato
L’AFFASCINANTE STORIA DELLA PELLE
Nel corso degli anni abbiamo assistito a un utilizzo sempre maggiore della pelle nel settore dell’abbigliamento e degli accessori, fino a diventare un vero e proprio must della moda. L’utilizzo di questo materiale affonda le sue radici nella preistoria, quando l’uomo primitivo dopo aver cacciato le proprie prede per alimentarsi utilizzava le loro pelli per creare dei rudimentali capi d’abbigliamento, o delle sacche in cui riporre utensili vari. Dalle semplici tuniche avvolte intorno al corpo e tenute insieme da lacci, si passò al taglio e all’assemblaggio di diversi tipi di pelle creando degli abiti che fossero meno ingombranti e che proteggessero di più dal freddo.
Punteruoli di osso e silice furono i primi arnesi utilizzati per queste creazioni, ma solo con l’arrivo di rudimentali aghi fu possibile creare dei capi più pratici e meno scomodi, grazie a cuciture flessibili e più piccole rispetto a quelle create da semplici lacci annodati tra loro.
LA CONCIA DELLE PELLI
Il problema di come coprirsi sembrava risolto, ma questi primitivi capi d’abbigliamento non duravano molto nel tempo, causa la mancanza di un qualsiasi trattamento che bloccasse la decomposizione della pelle. L’uomo cercò di ovviare a questo problema prima con il metodo dell’essiccazione e dopo con l’utilizzo di grassi che rendevano più morbida la pelle essiccata. Con il passare del tempo furono adottate delle tecniche più sofisticate, fino ad arrivare a una prima concia che consisteva nell’immergere il capo in una soluzione vegetale.
Oggi la concia può essere sintetizzata in cinque grandi fasi:
1) conservazione: la pelle grezza viene trattata con il sale per preservarla dall’azione dei batteri e dopo viene essiccata per eliminare l’acqua in eccedenza;
2) riviera: il nome di questa fase, rimasto invariato nel tempo, è riconducibile al fatto che in passato questo trattamento preparatorio alla concia avveniva sulle rive del fiume;
3) concia: consiste nell’impregnare la pelle di sostanze chimiche o vegetali per evitarne la decomposizione;
4) post-concia: consiste nella pressatura e rasatura che, insieme ad altri trattamenti, rendono la pelle facilmente utilizzabile e ne migliorano l’estetica;
5) rifinizione: in questa fase si conferisce alla pelle, grazie a processi meccanici o chimici, la brillantezza e il colore che si desiderano.
LA BORSA: NASCITA DI UN ACCESSORIO
Le prime borse furono utilizzate da uomini ed erano delle semplici pelli avvolte tra loro nelle quali riporre armi e utensili. Con l’avvento della moneta le borse si diffusero sempre di più, fino ad arrivare al Medioevo in cui comparvero i primi modelli di borsa a tracolla (crumena) e borsa a mano (manticula).
Dopo ci fu un periodo di buio per questo accessorio, causato dall’avvento di abiti voluminosi composti da numerosi strati e tasche in cui riporre tutto il necessario.
Solo all’inizio del XX secolo, quando ormai la donna si muoveva autonomamente, la borsa divenne un accessorio simbolo dell’emancipazione femminile.
DIFFERENZE FRA LA BORSA ARTIGIANALE E QUELLA INDUSTRIALE
Il più delle volte chi acquista una borsa non si chiede a quale processo di lavorazione è stata sottoposta la pelle per arrivare al prodotto finito, a meno che non voglia un accessorio particolare o non sia un amante del “fatto a mano”. Nonostante l’antica tradizione della pelletteria italiana, molte aziende hanno preferito la tecnologia all’artigianalità introducendo macchinari che assicurano loro una produzione costante, per garantire ai clienti un prodotto quasi sempre perfetto. Si parla quindi di lavorazione in serie quando è determinante l’apporto delle macchine e minimo l’intervento dell’uomo.
Altre aziende hanno invece scelto di continuare a lavorare il prodotto in maniera quasi tradizionale. In questi casi il lavoro degli addetti, le cui mansioni possono variare in funzione del risultato produttivo da realizzare, prevale sull’uso dei macchinari. Il processo produttivo può variare a seconda delle commesse o del tipo di materiale utilizzato, e i macchinari possono essere usati in maniera differente. La risorsa umana è quindi il centro del sistema produttivo.
LE BORSE HANDMADE DI JAJO
Una borsa firmata JAJO è frutto di un processo creativo e manuale che vede coinvolte diverse figure professionali. Dopo che il designer ha scelto il mood della collezione in base sia alle tendenze del momento che alle sue personali ispirazioni, progetta quelli che saranno i modelli per la prossima stagione. Consegna gli schizzi al modellista, figura chiave della fase progettuale, che li traduce in un modello su carta. Il cartamodello ottenuto passa al tagliatore, che opera a mano ricorrendo all’uso di trance o fustelle. Si tratta di un lavoro particolarmente delicato in quanto sarà suo il compito di riconoscere eventuali difetti che la pelle presenta.
Dal taglio si passa alla fase di preparazione e di montaggio della borsa, di cui si occupa il banconista affiancato da esperte nella cucitura della pelle. Le borse sono finite, ma prima di essere spedite vengono controllate in ogni minimo dettaglio e se tra loro c’è qualche piccola differenza, la cosa è indice dell’artigianalità del prodotto.
Per questa stagione JAJO propone oltre alla Ullabag, una shopping bag ormai icona del marchio, borse a tracolla o borse a cartella che si trasformano in comodi zaini.
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